venerdì 14 luglio 2017

Un'avventura, quanto vale??

Quanto vale un'avventura??
E' una domanda ormai ricorrente nella mia testa, qual è l'obbiettivo, lo scopo?? Amore per l'attività, per l'adrenalina, cosa? Quanto siamo consapevoli di quello che facciamo?!

Credo che Wikipedia ne dia un facile e semplice significato alla parola, Avventura:

"Un'avventura definisce un'esperienza entusiasmante o inusuale. Può anche indicare un'impresa audace e rischiosa dall'esito incerto. Il termine viene spesso usato anche per riferirsi ad attività con un certo potenziale di pericolo fisico"

Negli ultimi anni c'è stata una fortissima impennata nella pratica di sport cosiddetti estremi, forse per l'aumento delle tecnologie che hanno permesso una maggiore sicurezza relativa, consentendo ai "comuni mortali" di fare attività che qualche decennio fa, forse, non avrebbero mai preso in considerazione; oppure forse perchè questa vita di città sta diventando troppo noiosa e abbiamo bisogno di provare forti emozioni.

In tutto questo mi sento tirato in causa anche io, che in fondo, credo di aver praticato gli sport estremi più famosi, paracadutismo, bungee jumping, ice climbing, arrampicata libera, alpinismo. Ma se qualcuno mi chiede il motivo per cui ho deciso di intraprendere queste attività negli ultimi 7 anni non conosco la risposta o quanto meno parzialmente. Di certo, i primi due, per una sfida personale, gli altri per amore per la natura e la montagna.

Ma siamo davvero consapevoli dei rischi intrinsechi di queste attività? Credo di si!

...Ma succede agli altri, e ci dimentichiamo che gli altri siamo noi, sempre!...

Pochi giorni fa, lessi un articolo nel quale veniva discusso il grande problema della mancata conoscenza dell'ambiente alpino da parte non solo di alpinisti, ma di semplici escursionisti in territorio d'alta montagna. Nell'articolo veniva citata una guida alpina che raccomandava di allontanarsi da zone crepacciate senza opportuna attrezzatura, e la risposta è stata "ma è pericoloso?" Come forse avevo già accennato in un mio precedente post, ho appurato in prima persona questo tragico problema, proprio nel cuore del monte bianco, dove una ventina di persone attraversarono, incuranti del pericolo, una zona fortemente crepacciata, in pantaloncini e scarpe da ginnastica e il loro amico a quattro zampe che correva sulla neve. Uno di loro ridendo di noi, poveri stupidi legati ad una corda, ha esordito verso un suo amico, " con quella corda così lunga potremmo fare tutti insieme un salto con la corda", agghiacciante!

In montagna esistono 2 tipi di rischi, soggettivi e oggettivi: i primi dipendono interamente da noi, preparazione fisica, conoscenze tecniche ecc..., i secondi dipendono dall'imprevedibilità della natura, ma chi pratica determinate attività è obbligato e assolutamente tenuto a ridurre questi rischi, es. se attraversi un ghiacciaio e vai slegato hai lo zero % di possibilità di evitare una caduta qualora un ponte di neve non dovesse reggere il tuo peso, legarti è proprio quell'accorgimento per ridurre quel tipo rischio. Il problema più grave è chi non conosce neppure quel rischio.

Detto ciò dopo una breve digressione, se siamo preparati sia dal punto di vista soggettivo sia rispetto alle conoscenze dei rischi oggettivi, un'avventura vale davvero il rischio della vita??

Io inizio ad avere davvero forti dubbi sulla consapevolezza degli avventurieri che un giorno potrebbero non tornare più a casa, io credo invece che dentro di noi, quando ci imbattiamo in un'avventura, siamo consapevoli, ma abbiamo la presunzione della certezza che gli incidenti capitino solo agli altri. Se penso alla straordinaria impresa di Alex Honnold di scalare in free solo una parete di 1000 metri, penso ad una roulette russa. Ho percorso anche io passaggi dove un piede in fallo e sarei morto, ma a certi livelli basta davvero "un niente". Mi chiedo? per lui quell'avventura, valeva davvero la vita? mi piacerebbe chiederglielo!

QUANTO VALE UN'AVVENTURA??

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