Sempre più spesso mi imbatto in discussioni accese sui social (e non solo) tra montanari che contestano le scelte di alpinisti. Partendo dal fatto che nessuno ha istinti suicidi in montagna, ognuno di noi dovrebbe prendere tutte le precauzioni per evitare il più possibile incidenti, quindi ogni scelta è fatta sulla base della sopravvivenza. Ma, c'è un ma, il rischio non è mai azzerabile, come diceva Messner
"chi pensa che la montagna non è pericolosa è uno scemo",
quindi un minimo rischio di imprevedibilità c'è e va calcolata.
Bisogna però fare una distinzione tra "alpinisti": chi va con coscienza e chi va senza cognizione di causa.
Per i primi: come si fa a contestare una scelta giusta o sbagliata, che magari li ha portati alla morte? Quella scelta è stata fatta sulla base di una situazione particolare e specifica, ed è unica nel suo genere. Non è possibile generalizzare e dire quella scelta non era da fare, magari quella scelta è stata fatta sulla base di ridurre un altro rischio o per altri svariati motivi.
Diverso il fatto è di chi si avventura in una escursione o in un'alpinistica senza avere gli elementi minimi per poter decidere, in questo caso subentra incoscienza, e alcune scelte non sono sbagliate perchè hanno causato la sciagura, ma perchè non si era consapevoli del fatto che quella scelta potesse portare ad un incidente.
In entrambi i casi alcune azioni possono portare a danni fatali ma è sul secondo caso su cui bisogna far leva, insegnare
e trasmettere l'importanza della sicurezza.
Purtroppo, però, è l'esperienza che insegna, apprezzo molto il lavoro che svolge il CAI con i suoi corsi e suoi messaggi, ma è quello che viene fatto dopo che salva la pelle.
Ci sono tante situazioni, metodi che hanno dei pro e dei contro, chi la vede in un modo e chi la vede in un altro e ci saranno sempre eterne discussioni in caso di incidente. Vi faccio esempio della conserva! Chi è a favore e chi è contro quando la conserva non è su ghiacciaio (quindi orizzontale) senza che questa non sia protetta?? Ognuno di noi sono sicuro che dirà la sua e non si arriverà mai ad una scelta all'unanimità.
Questo è solo un invito per tutti a non giudicare mai le scelte che un alpinista ha fatto, soprattutto se quella decisione l'ha anche portato alla morte, ma solo di ragionare su quello che sappiamo e su cosa possiamo migliorarci per evitare altri incidenti. Ma ricordate, ogni azione e ogni incidente ha la sua storia, generalizzare e sindacare si passa solo per egocentrici professori. Scrivere su un social critiche fa solo male a chi li legge, soprattutto alle persone vicine alle vittime...
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